Come scegliere il riscaldamento

Con l'arrivo del freddo vuoi rinnovare il modo di riscaldare la tua casa beneficiando degli incentivi statali, con la nostra guida trovi tante soluzioni e consigli sulle diverse opzioni di stufe e quello che c'è da sapere su conto termico e detrazioni fiscali

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Combustibili a confronto

Prima di scegliere la stufa adatta alla propria abitazione, è importante valutare quale combustibile utilizzare. Ogni combustibile ha infatti particolari caratteristiche che comportano costi e certificazioni diversi di cui tenere conto. Per questo motivo è di fondamentale importanza conoscere quali sono le tipologie di stufe attualmente in commercio, oltre a che cosa è necessario per la loro installazione e quali sono i consumi e i vantaggi del possederne una tipologia rispetto a un’altra. A seconda infatti delle necessità di acquisto di una stufa, è possibile scegliere il modello che si adatta più facilmente alle proprie esigenze di riscaldamento. Alcune stufe sono in grado di riscaldare un’intera abitazione e non solo le stanze in cui sono posizionate, con notevoli vantaggi in materia di risparmio energetico. Per scegliere la stufa più adatta alle proprie esigenze, è necessario stabilire quindi anche se si vuole riscaldare un unico ambiente o più ambienti. Ad esempio nelle mezze stagioni o in caso di ampliamenti che renderebbero difficile affrontare un’estensione dell’impianto di riscaldamento esistente, può rivelarsi necessario un riscaldamento aggiuntivo. Anche la necessità di dover sostituire un vecchio generatore di calore può essere l’occasione per valutare forme di riscaldamento alternative, con la possibilità di beneficiare degli incentivi statali.

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Stufe a pellet

Il pellet nasce dalla segatura del legno, la quale viene essiccate e pressata, senza aggiunta di additivi estranei. Non inquina e brucia completamente lasciando pochissime ceneri, che sono biodegradabili e quindi facilmente riutilizzabili per esempio come fertilizzante da giardino.

Diverse tipologie di pellet

Vi sono diverse tipologie di pellet: abete, latifoglie, faggio e misto. La classificazione europea stabilisce 3 livelli di qualità: la migliore è la A1, seguita dalla A2 e dalla B. Quando si acquista il pellet, le caratteristiche da tenere in considerazione sono: potere calorifero, residui di cenere e loro temperatura di fusione, dimensioni del truciolo e grado di umidità.

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Che cos'è il pellet

  • Le stufe a pellet sono in grado di unire all’efficienza energetica anche l’aspetto estetico, infatti oltre a garantire un risparmio sulle bollette hanno un design moderno che valorizza gli ambienti di una casa. Inoltre, il fascino del fuoco a vista rende la casa calda e confortevole, permettendo contemporaneamente di riscaldare gli ambienti di media grandezza. Le stufe a pellet offrono innumerevoli vantaggi:

    1. Fanno risparmiare, perché il pellet è il combustibile meno caro in confronto con gli altri presenti sul mercato.
    2. Sono comode e pratiche. Fornite di un serbatoio che consente al pellet una discesa costante, possono essere programmate con facilità perché basta caricare il combustibile un paio di volte a settimana, in base alle ore di utilizzo, per garantire un’autonomia di parecchie ore.
    3. Hanno un design moderno che valorizza gli spazi e si integra con qualsiasi arredo. È possibile trovare in commercio soluzioni per ogni esigenza e ambiente, incluse stufe a pellet salvaspazio ideali per spazi ristretti.
  • Prima di scegliere dove collocare la stufa, è necessario verificare che la posizione scelta sia adatta per l’installazione della stufa e che sia possibile realizzare la canna fumaria e la presa d’aria. La stufa deve essere collocata in posizione centrale per garantire una diffusione uniforme del calore, compatibilmente con la possibilità di evacuare i fumi ove previsto.

  • Se si desidera riscaldare più ambienti della propria casa si hanno a disposizione varie soluzioni:

    • Stufe a pellet ventilate

      L’evacuazione dei fumi della combustione nelle stufe ventilate avviene tramite una valvola interna che permette il tiraggio della stufa. Questo consente di avere una canna fumaria con misure ridotte e di conseguenza una stufa slim che si può adattare facilmente anche a stanze di piccole dimensioni. Il calore può essere diffuso per irraggiamento o per ventilazione a seconda del modello di stufa.

    • Stufe a pellet canalizzate

      Questa tipologia di stufe è già predisposta, grazie a un sistema di canalizzazione, per riscaldare ambienti adiacenti. Se dotata di 1 canalizzazione può riscaldare un’altra stanza oltre all’ambiente in cui è installata, se invece possiede una doppia canalizzazione può riscaldarne altre due. Al raggiungimento di una temperatura fumi ottimale, all’interno della stufa vengono avviati i ventilatori che convogliano l’aria in canali inseriti nelle murature per aumentare la potenza della stufa a pellet fino a raggiungere ciascuna stanza. È fondamentale che siano questi gestibili singolarmente: si può così evitare, per esempio, di riscaldare le camere da letto durante il giorno.

    • Stufe a pellet canalizzabili

      Svolgono la stessa funzione di quelle sopra, ma affinché possano riscaldare altri ambienti, devono essere integrate con un apposito kit di canalizzazione che va acquistato separatamente.

    • Camino a pellet

      I focolari incassati sono di solito montati su guide scorrevoli che permettono l’estrazione dell’inserto per poter caricare il pellet. Con l’inserto a pellet canalizzabile è possibile caricare il pellet attraverso un cassetto superiore estraibile che permette un riscaldamento supplementare, così da poter effettuare il rifornimento anche mentre l’inserto sta funzionando. Ci sono inoltre kit che consentono di aumentare la capienza del serbatoio con sistemi di caricamento laterale o frontale. È possibile modificare il vecchio caminetto da focolare aperto a chiuso grazie all’inserto monoblocco, una struttura d’acciaio in grado di ridurre i consumi del camino.

Le termostufe a pellet

  • Rispetto alle stufe le termostufe sono caratterizzate dalla presenza di un circuito d’acqua sanitaria collegata all’impianto dei termosifoni, oltre a circuito d’aria presente anche nelle stufe in pellet. Rappresentano quindi il punto di incontro tra una comune stufa e una caldaia. I modelli che possiedono la valvola integrata possono svolgere comodamente questa doppia funzione scaldando anche l’ambiente in cui vengono installate. Le termostufe a pellet offrono innumerevoli vantaggi:

    • Garantiscono un grande risparmio. La loro caratteristica principale è quella di riscaldare non solo l’aria, ma anche l’acqua destinata ai caloriferi, trasferendo il calore in ogni stanza. Possono essere infatti utilizzate insieme a diversi sistemi di riscaldamento (ad es. caldaie o pannelli solari termici) e con l’apposito kit possono produrre anche acqua calda per uso sanitario.
    • Possono essere alimentate sia a pellet che a legna.
    • È adatta ad ambienti ampi, dai 120 ai 200 m².
    • Una particolare tipologia di termostufa a pellet è la cucina a pellet.

    Le termocucine a legna o a pellet sono ideali per scaldare ambienti di media grandezza e hanno una duplice funzione: oltre a riscaldare un’intera abitazione, danno la possibilità di cuocere i cibi sulla piastra radiante o nel forno.

  • Per installare una termostufa è fondamentale collegarla all’impianto idraulico già esistente, in questa maniera lo scambiatore di calore trasferisce il calore all’acqua dei radiatori. L’installazione deve essere effettuata in fase di costruzione della casa o durante una ristrutturazione, poiché richiede notevoli opere murarie.

Caratteristiche tecniche e potenza termica

  • Ogni stufa a pellet è composta da:

    • Porta: in acciaio o ghisa con vetro ceramico resistente alle alte temperature;
    • Rivestimento esterno: in acciaio o maiolica, in diversi colori e finiture;
    • Griglia: uscita aria calda per convenzione o ventilazione
    • Serbatoio pellet: contenitore del pellet e sistema di caricamento;
    • Braciere: cavità dove avviene la combustione;
    • Cassetto ceneri;
    • Aria di combustione: il tubo per aspirazione dell'aria che convoglia l'aria nel bruciatore;
    • Ventilatore di canalizzazione;
    • Ventilatore esplusione fumi;
    • Tubo uscita fumi: per esplusione dei fumi di combustione;
    • Scheda elettronica: controlla il meccanismo della stufa, eregola l'afflusso di aria e l'alimentazione in modo da ottimizzare la combustione.

    Prima di scegliere la stufa più adatta alle proprie esigenze è importante considerare la potenza termica (kW), ovvero il fabbisogno energetico necessario a riscaldare l’ambiente. Gli elementi che bisogna tenere in considerazione per individuare la potenza termica sono:

    • Il volume (m³) della casa o della stanza: superficie (in m²) per l’altezza del soffitto (in m).
    • La coibentazione: ovvero isolamento termico dell’ambiente influenzato da isolanti nelle pareti, esposizione al sole, finestre e porte finestre, doppi vetri.
  • Se si vuole calcolare il fabbisogno energetico di una casa di 75 m² con soffitto di altezza standard di 2,70 m, bisogna tenere conto del coefficiente di coibentazione standard, che può variare da 0,04 (buona coibentazione) a 0,06 (scarsa coibentazione). Volume della casa: superfice 75 m² x altezza del soffitto 2,70 m = 202,5 m³. Coefficiente di coibentazione: medio (0,05). Potenza termica = 202,5 x 0,05 = 10,1 (kW) Quindi ad esempio:

    • Una stufa a pellet con potenza termica di 6 kw scalda 40 m².
    • Una stufa a pellet con potenza termica di 8 kw scalda 60m².
    • Una stufa a pellet con potenza termica di 10/12 kw scalda 100 m².

Sicurezza e funzionamento del pellet

  • Quando si decide di installare una stufa è bene assicurarsi di lasciare libero uno spazio tra la stufa e i mobili o le pareti ed evitare il contatto con materiali infiammabili come possono essere le tende o i tappeti. Se il pavimento dove è installata la stufa è in legno o in moquette, è necessario assicurarsi di proteggerlo con appositi materiali. Si consiglia inoltre di areare i locali in cui è posizionata la stufa per evitare la concentrazione di fumi al loro interno.

Modalità di accensione

  • Per accendere un fuoco nel caminetto o nella stufa ci sono tanti modi, ma per riuscirci senza respirare fastidiosi fumi bisogna affidarsi a tavolette accendifuoco da materiali 100% vegetali: oltre al legno, sono composti da oli o cere vegetali, con il vantaggio di una combustione più pulita e senza odori sgradevoli. In caso di mancata accensione della stufa, il blocco può dipendere da pellet umido o sfarinato, da coclea intasata, dalla resistenza non ben allineata al foro di inserimento nel braciere o posta a eccessiva distanza dal pellet, da una selezione errata del programma che surriscalda la stufa o da una quantità insufficiente di aria comburente (in quest’ultimo caso può bastare pulire il braciere da eventuali incrostazioni).

Manutenzione: ogni quanto effettuare la pulizia

  • La pulizia e la manutenzione è un’operazione necessaria per il corretto funzionamento della stufa. Basta seguire alcuni semplici passaggi:

    • Pulire il vetro della porta e il braciere eliminando i residui freddi.
    • Pulire il vetro della porta e il braciere eliminando i residui freddi.
    • Far pulire almeno una volta all’anno la canna fumaria da un tecnico specializzato.
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Altre tipologie di stufe

Le stufe a legna, a gas, a petrolio, elettriche o con combustibili ecologici, come il bioetanolo, sono la soluzione ideale per riscaldare i tuoi ambienti di diverse dimensioni e per ridurre i consumi, senza affrontare grandi lavori.

Le stufe a legna

  • Le stufe a legna offrono numerosi vantaggi. Oltre ad essere ideali per scaldare ambienti di media grandezza, fino a 120 mq, garantiscono un grande risparmio nei costi di gestione e consumo, nel pieno rispetto dell’ambiente e non necessitano di rete elettrica per il funzionamento. Lo scarico dei fumi avviene tramite un tubo di diametro da 12 a 20 cm. Alcuni modelli possono avere in dotazione anche una piastra scaldavivande, forni e griglie adatte per la cottura dei cibi.

  • Per installare una stufa a legna è importante collegarla a una canna fumaria esistente: se questa non c’è, le alternative sono la costruzione di uno scarico fumi su parete esterna che salga fino al tetto o la realizzazione di una falsa colonna interna in cui nascondere la tubazione. L’aria calda tende a salire perché più leggera, per questo il diametro della canna fumaria deve essere il più possibile rettilineo e avere una superficie interna liscia o poco rugosa. Se l’interno è ruvido, la lunghezza della canna fumaria va aumentata di circa il 20%, mentre per una d’acciaio si può effettuare la medesima riduzione, in quanto la superficie liscia impedisce il deposito della pece (creosoto) conseguente alla combustione.

    1. Una volta individuata la posizione della canna, si traccia sul muro il diametro del tubo e si apre il foro con scalpello e mazzetta. In alternativa, il foro può essere praticato con trapano e sega a corona, che permettono di risparmiare parecchio lavoro di stuccatura e finitura.
    2. Si inserisce e si mura nel foro il tronchetto d’acciaio con cemento a pronta presa sia all’esterno sia all’interno.
    3. Una volta essiccato il cemento, si procede al montaggio del tubo fumi, inserendo prima la curva sulla parte verticale e poi avvicinando la stufa al muro.
  • La legna da ardere deriva dallo spacco di tronchi e il suo potere calorifico dipende dall’essenza del legno, infatti quelli più densi e duri bruciano più lentamente e producono calore più a lungo. La legna ottimale deve accendersi facilmente e bruciare quasi senza fiamma e fumo. Se il fuoco di legna non viene utilizzato in modo continuativo esistono tronchetti, prodotti industrialmente da legno riciclato, il cui potere calorifico supera quello della legna boschiva. Le tipologie di legna adatta alle stufe possono essere diverse. Si suddividono in:

    • Legno duro: proviene dalle latifoglie come rovere, faggio e noce ed è il più adatto per il riscaldamento domestico. Per la sua maggiore densità produce maggior calore in rapporto al suo volume.
    • Legno dolce: proviene dalle conifere come pini, abeti e larici ed è quello più indicato anche per cucinare.
    • Legno pressato: è ottenuto con un processo di compressione di trucioli e segatura. Questi sono una fonte di calore ecologica e innovativa e rispetto alla legna da ardere riducono lo sporco, sono più pratici e più comodi da conservare e trasportare, oltre che di facile utilizzo.
  • Prima di essere utilizzata la stufa a legna deve essere fatta asciugare in un locale che disponga di circolazione d’aria per evitare le muffe. Scegliere quindi la legna come forma di riscaldamento richiede la disponibilità di un locale secondario asciutto in cui poterne depositare grandi quantità; la stufa a legna, inoltre, va accesa manualmente e richiede frequenti pulizie e una canna fumaria dedicata.

  • Dal 1° gennaio 2018 tutte le stufe e termostufe a legna, come quelle a pellet, devono essere accompagnate da un’etichetta energetica, come quella di climatizzatori, elettrodomestici e altri apparecchi elettrici. L’etichetta indica la classe di efficienza energetica, dalla più efficiente A++ alla G, la meno efficiente, insieme ad altri dati tecnici che definiscono la qualità del prodotto e le sue caratteristiche principali.

  • Stufe, termostufe, caldaie, cucine a legna insieme a quelle a pellet producono fumi di combustione, per questo motivo è severamente sconsigliata l’installazione fai da te. È obbligatorio per legge che la loro installazione e manutenzione sia eseguita e certificata da installatori professionisti che devono occuparsi della collocazione fisica della stufa, del collegamento con la canna fumaria e di effettuare la prima accensione. In caso di acquisto di una nuova stufa, se ti serve trovare un installatore professionista puoi affidarti al nostro servizio in collaborazione con ProntoPro. Tramite il portale puoi richiedere un preventivo gratuito, leggere e confrontare le recensioni per scegliere il professionista più adatto alle tue esigenze. Se preferisci recarti in negozio, il servizio è attivo anche nei nostri punti vendita. Scopri qui il negozio più vicino a te.

Stufe a petrolio

  • Le stufe a petrolio, eredi delle vecchie stufe a kerosene utilizzate negli anni settanta e ottanta, sono oggi con una combustione perfezionata ideali per ambienti di piccole o medie dimensioni (da 30 fino a 100 mq). Sono più sicure, perché in caso di ribaltamento o spegnimento accidentale della fiamma si spengono in automatico. Inoltre vengono alimentate con la isoparaffina, un combustibile liquido atossico e inodore che deriva dal petrolio.

    Stufe a petrolio
  • Le stufe a petrolio non dispongono di una canna fumaria e possono essere trasportate comodamente nei vari ambienti della casa. L’accensione avviene con la semplice pressione di un tasto che attiva una resistenza alimentata da due batterie incorporate. La fiamma si sviluppa rapidamente nella parte inferiore della camera di combustione portando in brevissimo tempo a regime il bruciatore.

    • Stufe a petrolio con stoppino: adatte ad ambienti fino a 35 mq, funzionano con regolazione manuale e necessitano di normali batterie per l’accensione.
    • Stufe a petrolio elettriche: adatte per ambienti fino a 90 mq, si collegano comodamente alla rete elettrica e sono dotate di timer per la programmazione e di ventilazione forzata.
  • La stufa a petrolio si aziona quando la fiamma sfiora la parte inferiore del bruciatore portandola a circa 800°. Termina poi la combustione con altra aria comburente portandosi a oltre 200 °C in corrispondenza della griglia superiore. Lo spegnimento avviene tramite la pressione di un tasto che garantisce anche la chiusura del meccanismo che elimina l’odore dovuto all’evaporazione del combustibile. Il serbatoio contiene il carburante necessario a circa 24 ore di funzionamento e può essere riempito senza spegnere l'apparecchio. Le stufe a petrolio non sono pericolose ma garantiscono un alto rendimento calorico e una combustione pulita. Inoltre è possibile che durante il primo minuto dall’accensione emanino un lieve odore che sparisce quando la fiamma raggiunge la massima temperatura di combustione (1200°C)

Stufe a gas

  • Un modo alternativo di riscaldare grandi spazi è scegliere stufe a gas con effetto camino e che funzionano grazie ai combustibili gassosi. Oltre ad essere ideali per ambienti dai 30 mq fino a 120 mq, sono di piccole dimensioni, facilmente trasportabile e atte all’uso occasionale. Possono essere alimentate a GPL (in bombola da 15, 20 o 25 litri o in serbatoio interrato rifornibile) oppure essere collegate alla rete del metano. Non rappresentano inoltre un pericolo in quanto dotate di una valvola di sicurezza che interrompe il flusso del gas in caso di spegnimento della fiamma accidentale.

    Stufe a gas
  • STUFE INFRAROSSI A GAS

    Sono composte da 3 pannelli in ceramica che fungono da superficie di irraggiamento e che mantengono maggiormente il calore e in maniera uniforme. Alcuni modelli sono dotati di termoventilatori, ma non necessitano di canna fumaria e non producono cattivi odori.

    STUFE MULTIGAS

    Sono le più potenti tra le stufe a gas e possono essere alimentate sia a gas metano che a GPL. Hanno la necessità di avere la canna fumaria. Per i radiatori a scarico bilanciato solitamente si installa un corto tubo coassiale che serve da aspirazione dell’aria e scarico dei fumi, mentre le stufe assimilabili alle caldaie di potenza superiore ai 4,5 kW necessitano di una classica canna fumaria da tetto.

    STUFE CATALITICHE VENTILATE

    Sono le meno potenti e emettono un lieve odore sia durante l’accensione che durante lo spegnimento. Bruciano il gas a temperature relativamente basse, mentre questo passa su un pannello catalitico ricoperto di una sostanza che ne favorisce la combinazione con l’ossigeno. Molti modelli non necessitano di alimentazione elettrica per funzionare e possono essere utilizzati anche in aree prive di corrente in quanto l’accensione avviene tramite un comando piezoelettrico a bordo.

    STUFE A BIOETANOLO O BIOCAMINO

    ll bioetanolo è un combustibile prodotto da processi fermentativi di vegetali. Caminetti e stufe a bioetanolo ventilate si montano come un mobile e possono essere installati ovunque, a eccezione delle camere da letto o vicino a materiali facilmente infiammabili. Non hanno bisogno di allacci, per cui sono facilmente spostabili da un luogo ad un altro e il processo di combustione è inodore, difatti non produce fumi, ma solo vapore acqueo e biossido di carbonio.

    Stufe a bioetanolo o biocamino
    TERMOFUNGHI

    Questa tipologia di stufa, nota anche come fungo riscaldante elettrico, è un generatore di calore a infrarossi in grado di riscaldare ambienti di varie dimensioni attraverso un sistema di irraggiamento. Sono ideali per gli spazi esterni - vengono utilizzati soprattutto da ristoranti o locali - ma possono essere utilizzati per il riscaldamento interno come nei dehor. Il loro consumo è ristretto perché alimentati con bombole di gas butano o propano, infatti un termofungo di dimensioni medie consuma circa 0,7 kg/h per riscaldare circa 25mq.

  • Quando un tecnico installa una stufa a gas, verifica che esista un’apertura di ventilazione per garantire un minimo ricambio d’aria, evitando la diminuzione di ossigeno. Questa riduzione, tra i diversi effetti, ne ha uno sulla combustione che inizia a produrre uno dei veleni peggiori, il monossido di carbonio. Si possono installare in casa i sensori che rivelano le fughe di gas: ne esistono per le perdite di metano, GPL e monossido di carbonio.

Stufe elettriche

  • Scegliere di utilizzare le stufe elettriche può rivelarsi la soluzione più immediata per il riscaldamento della casa: oltre ad essere libera da vincoli è anche a basso consumo energetico, soprattutto per le seconde case. Può essere integrata a un impianto di riscaldamento esistente insufficiente. Non solo riscalda velocemente stanze di piccole dimensioni come il bagno senza bruciare ossigeno ma anche grandi ambienti con una semplice presa elettrica.

    Stufe elettriche
  • L’unico accorgimento prima di scegliere una stufa elettrica, è valutare gli assorbimenti elettrici di ciascun corpo riscaldante. Per calcolare la fornitura necessaria bisogna infatti considerare che contemporaneamente ai radiatori possono essere contemporaneamente attivi lo scaldabagno, il ferro da stiro, il forno o altri elettrodomestici. Si può eventualmente valutare la possibilità di autoproduzione, anche parziale, installando pannelli fotovoltaici.

  • TERMOVENTILATORI

    Adatti per piccoli ambienti, come il bagno, sono silenziosi e molto utili per generare un flusso d’aria calda e innalzare in breve tempo la temperatura.

    TERMOCONVETTORI

    Queste stufe elettriche sono ideali per ampie metrature, come le stanze fino a 25 mq. Hanno un basso livello di rumorosità e sono di portata superiore ai termoventilatori. Riscaldano l’aria tramite un movimento naturale.

    STUFE ALOGENE

    Pensate per ambienti fino a 20 mq, sono maneggevoli, a basso consumo e facilmente trasportabili. Il calore viene prodotto da lampade alogene (di norma ne sono sufficienti tre) che possono essere accese separatamente e hanno un ampio raggio di azione grazie al diffusore con struttura a nido d’ape.  Alcune possono ruotare autonomamente all’asse verticale per aumentare l’area riscaldata.

    RADIATORI A OLIO

    I radiatori a olio sono adatti ad ambienti fino a 25 mq, sono silenziosi e possono essere comodamente spostati da un locale all’altro. Il loro consumo è ridotto in quanto la presenza di olio diatermico non ha la funzione di combustibile, ma semplicemente di “serbatoio” di calore. La temperatura superficiale è bassa e non si corrono pericoli anche se viene ricoperto da indumenti o accappatoi; è provvisto di un termostato per impostare la temperatura.

    Stufe elettriche a olio
    PANNELLI RADIANTI

    I pannelli radianti seppur adatti ad ambienti di metratura fino a 25-30 mq, non sono indicati per il bagno. Riscaldano mediante l’emissione di raggi infrarossi e sono dotati di un sistema di regolazione della potenza e di un termostato ambiente. Le stufette riscaldano ogni superficie che colpiscono allo stesso modo dei raggi solari, infatti trasferiscono efficacemente il loro calore in stanze con alto soffitto, anche in locali aperti e a lunghe distanze e sono efficaci già pochi secondi dopo essere state accese. Sono del tutto prive di parti in movimento e quindi silenziosissime.

    SCALDASALVIETTE

    In bagno può essere particolarmente utile un apparecchio riscaldante aggiuntivo per avere salviette e accappatoi sempre asciutti e tiepidi. Gli scaldasalviette contengono un liquido che viene riscaldato da una resistenza e sono provvisti di termostato; si installano a parete tramite tasselli a espansione in prossimità di una presa elettrica e possono assumere dimensioni diverse: alcuni per esempio dispongono di un sistema di sgancio laterale che permette di ruotarli a bandiera.

Normativa, agevolazioni fiscali e conto termico

Le agevolazioni fiscali, o più comunemente dette “detrazioni fiscali”, rientrano nell’insieme di tutti quei provvedimenti atti ad agevolare i contribuenti che devono sostenere spese per determinati interventi edilizi e/o per l’acquisto di specifici impianti, attraverso la detrazione dall’Irpef e dall’Ires di una percentuale sulle spese sostenute. La percentuale di detrazione può variare a seconda dell’ambito in cui ci si ritrova. Gli ambiti di applicazione delle principali agevolazioni fiscali sono il recupero del patrimonio edilizio e la riqualificazione energetica degli edifici. Per avere informazioni complete e dettagliate sulle detrazioni fiscali attualmente vigenti, ti consigliamo di visitare il sito dell’agenzia dell’entrata a questo link.

Super bonus 110%

    • Isolamento termico delle superfici opache verticali, orizzontali e inclinate che interessano l’involucro degli edifici;
    • Sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale esistenti con impianti centralizzati per il riscaldamento, e/o il raffrescamento e/o la fornitura di acqua calda sanitaria;
    • Il superbonus del 110% spetta anche per alcuni interventi che vengono eseguiti congiuntamente ad almeno uno di quelli appena visti;
    • Interventi di efficientamento energetico rientranti nell’ecobonus;
    • Installazione di impianti solari fotovoltaici;
    • Installazione contestuale o successiva di sistemi di accumulo integrati negli impianti solari fotovoltaici agevolati;
  • Il Superbonus spetta per le spese sostenute entro il 31 dicembre 2025 per gli interventi effettuati da:

    • Condomini;
    • Persone fisiche, al di fuori dell'esercizio di attività di impresa, arte o professione, per interventi su edifici composti da due a quattro unità immobiliari distintamente accatastate, anche se posseduti da un unico proprietario o in comproprietà da più persone fisiche;
    • Organizzazioni non lucrative di utilità sociale, organizzazioni di e associazioni di promozione sociale;

    La detrazione spetta nelle seguenti misure:

    • 110% per le spese sostenute entro il 31 dicembre 2023
    • 110% per le spese sostenute entro il 31 dicembre 2023
    • 65% per quelle sostenute nel 2025.

    Dal 1° gennaio 2022, inoltre, la detrazione va ripartita tra gli aventi diritto in 4 quote annuali di pari importo. Il Superbonus spetta, nella misura del 110%, per le spese sostenute entro il 31 dicembre 2022, a condizione che alla data del 30 settembre 2022 siano stati effettuati lavori per almeno il 30% dell’intervento complessivo (nel cui computo possono essere compresi anche i lavori non agevolati dal Superbonus), per gli interventi effettuati su unità immobiliari dalle persone fisiche, al di fuori dell'esercizio di attività di impresa, arti e professioni.. Per ottenere la detrazione del 110%, gli interventi, nel complesso, devono assicurare il miglioramento di almeno 2 classi energetiche (ad esempio dalla D alla B), anche congiuntamente ad altri interventi di efficientamento energetico, all’installazione di impianti fotovoltaici e sistemi di accumulo. Se questo miglioramento non è possibile bisogna comunque ottenere il passaggio alla classe energetica più alta.

  • Per ottenere il superbonus è necessario pagare tramite bonifico bancario o postale parlante dal quale risulti la causale del versamento, il codice fiscale del beneficiario della detrazione e la partita Iva del soggetto destinatario del bonifico. Possono essere usati anche i moduli di bonifico attualmente predisposti dalle banche per i pagamenti di ristrutturazioni edilizie ed ecobonus.

    1. Documento attestante la proprietà dell’immobile, cioè titolo di detenzione/possesso dell’immobile (e anche qui si varia dal singolo documento a tre documenti…).
    2. Dichiarazione sostitutiva d’atto notorio con la quale si dichiara che le spese sostenute/da sostenere per i lavori agevolabili sono/saranno a proprio carico;
    3. Dichiarazione sostitutiva d’atto notorio con la quale si dichiara che l’immobile non è detenuto nell’ambito di attività di impresa o di attività professionale (non applicabile a sisma ed ecobonus);
    4. Dichiarazione sostitutiva d’atto notorio con la quale si dichiara che l’immobile non è detenuto nell’ambito di attività di impresa o di attività professionale (non applicabile a sisma ed ecobonus);
    5. Ulteriore dichiarazione sostitutiva d’atto notorio per l’ottenimento e la produzione a richiesta tutta la documentazione necessaria ai fini del trasferimento del credito di imposta come previsto dal decreto Rilancio;
    6. Titolo edilizio (se previsto) o autocertificazione inizio/fine lavori;

    Documenti tecnici, suddivisi in:

    1. Inizio lavori;
    2. Avanzamento lavori dopo almeno il 30%;
    3. Fine lavori;

    Accertati di possedere le condizioni necessarie per usufruire delle detrazioni fiscali sul sito www.agenziaentrate.gov.it.

Riqualificazione energetica - detrazioni fiscali 65%

    • Installazione di pannelli solari
    • Sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale
    • Impianti di climatizzazione invernale dotati di generatori di calore alimentati da biomasse combustibili
    • Dispositivi multimediali per il controllo a distanza degli impianti di riscaldamento, di produzione di acqua calda, di climatizzazione delle unità abitative
    • Micro generatori in sostituzione di impianti esistenti
    • Sostituzione di impianti di climatizzazione invernale con impianti dotati di apparecchi ibridi, costituiti da pompa di calore integrata con caldaia a condensazione.
    • Generatori d’aria calda a condensazione
    • Caldaie a condensazione in classe A e sistema di termoregolazione evoluto
    • Pompe di calore
    • Scaldacqua a pompa di calore
    • Sistemi building automation
  • È prevista una detrazione fiscale che può partire dal 65% fino ad arrivare al 85% delle spese sostenute, in base al tipo di intervento. La detrazione è spalmata in 10 quote annuali. In assenza di interventi di ristrutturazione edilizia vera e propria, la detrazione è ottenibile per i prodotti con un rendimento superiore al 70%. In tal caso è sufficiente ottenere l’attestato del produttore.

  • Il pagamento viene effettuato esclusivamente tramite bonifico bancario o postale e contenente i seguenti dati:

    • Effettuato esclusivamente tramite bonifico bancario o postale e contenente i seguenti dati
    • Codice fiscale del soggetto che usufruisce della detrazione;
    • Partita iva o codice fiscale del venditore.
    • Dichiarazione attestante la conformità dell’intervento ai requisiti tecnici richiesti.
    • Attestato di certificazione energetica.
    • Scheda informativa relativa agli interventi realizzati.
    • Dati contenuti nell’attestato di qualificazione energetica.
    • Scheda informativa relativa agli interventi realizzati.
    • Dichiarazione redatta da un tecnico abilitato.
    • La ricevuta di invio all’ENEA.
    • Fattura o ricevute fiscali delle spese sostenute, compresa la manodopera.
    • Ricevuta del bonifico bancario o postale.

    Accertati di possedere le condizioni necessarie per usufruire delle detrazioni fiscali sul sito www.agenziaentrate.gov.it.

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